Licenziamento dipendente pubblico, rimane il diritto all’assegno al mantenimento

termination-110301_960_720Il decreto che punta a scongiurare i comportamenti dei “furbetti” del cartellino ha accolto una buona parte delle richieste avanzate dal Consiglio di stato e dalle commissioni di camera e senato, facendo salvo il diritto all’assegno alimentare nella misura stabilita dalle disposizioni normative e contrattuali vigenti durante la sospensione che scatta nel momento in cui il dipendente pubblico venga scoperto.

In particolare, ricordavano i quotidiani, il testo che è stato approvato dal consiglio dei ministri nella sua versione definitiva, ha stabilito che i comportamenti che tanta cattiva immagine hanno prodotto nei confronti della pubblica amministrazione rappresentano fattispecie di illecito disciplinare eventualmente punibile con il licenziamento. Inoltre, il testo impone che di quanto sopra l’ufficio competente per il procedimento disciplinare ne dia notizia all’autorità giudiziaria, in maniera tale che questa possa accertare la sussistenza di eventuali reati.

Dunque, secondo quanto affermato dal governo, rimane l’obbligo di segnalare necessariamente il fatto alla procura regionale della Corte dei Conti entro i quindici giorni dall’avvio del procedimento disciplinare. Rimane inoltre anche la possibilità che la magistratura contabile avvii l’azione di risarcimento entro i 120 giorni successivi alla denuncia, senza possibilità di proroga anche per danno di immagine.

In merito, si precisa come l’importo del danno risarcibile sia determinato in via equitativa dal giudice, il quale non potrà che tenere in considerazione l’impatto mediatico dell’evento, fermo restando che in ogni caso l’eventuale condanna non può essere inferiore a sei mensilità dell’ultimo stipendio in godimento, oltre interessi e spese di giustizia.

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