Nel nostro Paese, come del resto nella gran parte dei Paesi industrializzati, esistono normative ben precise riguardo alla codifica e alla marcatura dei prodotti. Questi processi hanno prima di tutto l’obiettivo di informare i consumatori finali sulle caratteristiche di un prodotto, sul suo migliore utilizzo, sulle corrette modalità di conservazione ecc.
Nel caso di molti beni, per esempio quelli dei settore food and beverage, farmaceutico e cosmetico, il fine principale dell’etichettatura è quello di tutelare la salute. A tale scopo devono essere riportate informazioni come gli ingredienti, la data di scadenza, le modalità di conservazione ecc.
Altro obiettivo della codifica e della marcatura dei prodotti è quello di renderli facilmente tracciabili e gestibili a livello logistico.
In un certo senso, semplificando al massimo il concetto, l’etichettatura costituisce una sorta di “carta di identità del prodotto” e ciò è particolarmente utile sia per le imprese che per i consumatori finali, anche in caso di controversie.
Marcatori industriali: quali sistemi si hanno a disposizione?
A livello industriale, per la codifica e la marcatura dei prodotti si utilizzano macchinari di stampa diretta e indiretta. Nel primo caso la stampa viene effettuata direttamente sul substrato utilizzando generalmente stampanti inkjet industriali (ovvero stampanti a getto d’inchiostro), marcatori laser, stampanti a trasferimento termico ecc.
Il substrato su cui viene effettuata la stampa può essere il prodotto stesso, come per esempio nel caso delle informazioni riportate sulle uova, oppure sull’imballaggio primario e/o secondario, come per esempio nel caso dei codici a barre o dei codici QR che vengono impressi sulle lattine o sulle bottiglie e/o sui cartoni che le contengono.
Nel caso di stampa indiretta, invece, i codici e/o le altre indicazioni, vengono stampati su un’etichetta che viene applicata sul prodotto e/o sull’imballaggio.
Quale sistema scegliere per la codifica e la marcatura?
Come abbiamo visto, esistono diverse tipologie di marcatori industriali. È corretto precisare che non vi è un sistema che in assoluto è migliore di un altro; quello che si può affermare è che un sistema può essere più adatto di un altro a seconda delle specifiche necessità ed esigenze.
In linea di massima, la scelta di un sistema di codifica e marcatura dipende da vari fattori. È ovviamente importante il tipo di materiale sul quale si deve operare dal momento che ne esistono di diversissimi: carta, cartoni, legno, plastica rigida, film flessibili, materiali metallici ecc.
È altresì importante il settore in cui si opera: un conto è il settore food and beverage, un conto è il settore della cartotecnica e un altro è il settore delle schede elettroniche e via discorrendo.
È importante anche la velocità alla quale si devono effettuare tali processi dal momento che a seconda del tipo di prodotti, i marcatori devono essere integrati nella linea di produzione.
Le stampanti inkjet industriali
Fra le tante tipologie di marcatori, una delle più diffuse è quella delle stampanti inkjet industriali, impiegate soprattutto per la stampa dei codici Data Matrix (spesso utilizzati nelle applicazioni automotive e aerospaziali e gli unici approvati dall’organizzazione GS1 per i prodotti del settore healthcare), dei codici QR e di quelli a barre.
Ne esistono varie tipologie la cui scelta dipende essenzialmente dalla tipologia di prodotti da marcare: marcatori inkjet a goccia deflessa a piccolo carattere, a bassa o alta risoluzione a grande carattere, manuali inkjet e thermal inkjet.
