Il referendum del 4 Dicembre riguarda l’accettazione o meno della Riforma Costituzionale. Si tratta di un referendum particolare, ben diverso dai classici quesiti abrogativi che si sono succeduti negli ultimi anni. Per la prossima votazione infatti non sarà necessario raggiungere il quorum degli aventi diritto al voto, quindi indipendente te dal numero di persone che si recheranno alle urne il risultato sarà valido. Ogni cittadino dovrebbe spendere un poco del suo tempo per saperne di più, in modo da votare con cognizione di causa.
La proposta di Riforma Costituzionale
Il disegno di legge per la Riforma Costituzionale ha iniziato il suo iter legislativo il giorno 8 aprile 2014. Da allora si sono succedute diverse votazioni in seno al Parlamento e la riforma ha subito diverse modifiche, in seguito alle richieste da parte dei partiti di maggioranza e di quelli all’opposizione. Il 20 gennaio 2016 il Senato ha definitivamente apportato il testo della riforma, lo stesso che oggi viene sottoposto al giudizio dei cittadini.
Cosa si richiede ai cittadini
La Riforma Costituzionale proposta dal Parlamento è particolarmente ampia e tocca diversi ambiti dell’iter legislativo delle singole leggi, così come la forma della democrazia presente oggi in Italia. In particolare la questione scottante all’interno della Riforma riguarda il Senato. Il Parlamento infatti propone ai cittadini un’ampia modifica del Senato, che diventerà il Senato delle Regioni. Il numero dei senatori scende a 100, non più eletti per tale incarico, ma scelti tra i consiglieri regionali ed i sindaci, quindi selezionati con elezioni a livello locale. Ogni regione sarà rappresentata con un numero di senatori proporzionale al numero di abitanti.
Ulteriori cambiamenti
Il principale cambiamento riguarda anche il funzionamento del Parlamento; il Senato delle Regioni infatti perde il suo potere legislativo: le leggi saranno discusse e votate esclusivamente alla Camera; il Sento si occuperà dei trattati a livello europeo e delle questioni prettamente locali. Si introduce il referendum propositivo; a tal proposito reste fissato a 500.000 il numero di firme da raccogliere per poter indire un referendum, abrogativo o propositivo. Si introduce però il principio per cui se le firme raccolte ammontano a più di 800.000 allora sarà possibile diminuire il quorum degli aventi diritto al voto necessari per dare validità al voto ottenuto. I nuovi Senatori, oltre ad essere meno della metà di quelli presenti ora nel Senato della Repubblica Italiana, non percepiranno alcun indennità per il loro ruolo svolto all’interno del Parlamento.