L’economia della zona euro ha subito una contrazione del 12,1% nel secondo trimestre del 2020, rispetto ai primi tre mesi dell’anno, secondo i dati preliminari dell’Eurostat.
La lettura di venerdì è la più bassa da quando è iniziata la serie storica, nel 1995. Le maggiori economie della regione hanno subito una contrazione a due cifre durante il periodo, a causa delle severe misure di blocco imposte dalla pandemia di coronavirus. Il PIL tedesco ha ad esempio subito una contrazione del 10,1%, quello italiano è sceso del 12,4%, quello francese del 13,8% e quello spagnolo del 18,5%. Quest’ultima è stata la peggiore performance economica del secondo trimestre.
Il blocco dei 19 Paesi membri che condivide la valuta dell’euro ha registrato un calo del 3,6% del PIL nel primo trimestre. Le percentuali del PIL di Spagna, Italia e Francia sono scesi di oltre il 5% in quel periodo.
L’ultima lettura riguarda l’attività economica tra aprile e giugno, che coincide con il periodo di tempo in cui molti governi europei hanno avuto fermi rigidi che si sono lentamente attenuati con l’avanzare del trimestre. C’è ancora molta incertezza in corso, con alcuni Paesi che hanno segnalato un aumento delle infezioni da Covid-19 nelle ultime settimane.
“Sebbene parti dell’economia sono tornate in vita negli ultimi due mesi, i danni già fatti, combinati con l’attuale e potenziale impatto futuro del virus, fanno sì che la ripresa sarà dolorosamente lenta”, ha detto Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics, in una nota.
La Banca Centrale Europea ha previsto a giugno un calo dell’8,7% del PIL per l’area dell’euro nel 2020. La banca centrale prevede una significativa ripresa dell’attività nel terzo trimestre rispetto ai primi sei mesi dell’anno.
Nel frattempo, l’agenzia di statistica Eurostat ha anche detto venerdì che l’inflazione nella zona euro si è attestata allo 0,4% a luglio, secondo una lettura flash. Si tratta di un aumento rispetto allo 0,3% di giugno.
Diversi governi hanno ora dichiarato che non chiuderanno completamente le loro economie, come hanno fatto in precedenza. Ma i funzionari dicono di essere pronti a imporre regole aggiuntive e più severe sui raduni e altre regole di distanziamento sociale per evitare una grande seconda ondata.