A volte le domande possono diventare semplici affermazioni, perché ultimamente dovremmo inserire punti interrogativi ovunque. Non è una reazione di rassegnazione, ma una grande forza di riflessione. Cosa succede in Italia ora? Cosa è successo in passato? Cosa succederà? Potremmo continuare all’infinito nelle domande ma dovremmo fornire più risposte.
La cultura in Italia non esiste più, è inutile girarci intorno, sono gli stranieri che ancora ci salvano dalla nostra ignoranza. Dobbiamo essere coerenti ed affermare ciò che gli italiani sono: indifferenti ad ogni tipo di Cultura.
Ma come è possibile una cosa del genere, se pensiamo che in passato, con la nostra storia eravamo un punto di riferimento? Ora continuiamo ad esserlo solo per questo bel passato. Nel presente poco abbiamo e ciò che c’è lo distruggiamo in fretta. Perché? Invece di dare colpe, dovremmo trovare soluzioni, come superstiti sopravvissuti al naufragio, smarriti, che cercano cibo per vivere.
E’ possibile tutelare e sviluppare la cultura in Italia? Si, se si resta uniti. No, se ognuno insegue i propri interessi, solo ed esclusivamente, sempre, comunque, ovunque e con chiunque.
Essere artista dovrebbe essere un onore, non un riferimento da sfigato. Occuparsi di cultura dovrebbe essere un piacere, non una croce clandestina pronta a svanire.
Si promuove la cultura con l’azione, e si tutela la cultura ascoltando.
L’iniziativa culturale più potente è una guerra, intesa come martellando aggressivo e trasgressivo alla massa. Un significato resta inutile se non viene alterato.
Ci sono luoghi stranieri dove le persone non hanno nulla ma risparmiano soldi per il teatro, una mostra, un libro. Sapete perché? La loro personale spinta è di rimanere lucidi mentalmente e curiosi di scoprire, per agire meglio nel corpo e nella difficoltà. Glielo hanno imposto ed ora per loro è diventata una fede.
Quando cambieranno le menti, cambierà tutto. La nostra società è pronta, ma deve essere scossa.
