Ripple (XRP) è uno dei più recenti asset nel mondo delle criptovalute. E, anche se non è famoso come i principali Bitcoin o Ehereum, con i suoi sforzi e le sue buone caratteristiche sta risalendo rapidamente la classifica dei progetti più in vista, divenendo inoltre una delle costanti presenze tra gli asset più capitalizzati di questo comparto.
Peraltro, si noti come una delle determinanti che contribuisce maggiormente a sostenere il valore di Ripple sia la sua crescente accettazione da parte delle istituzioni finanziarie “tradizionali”, che da SBI Holdings a Western Union stanno usando la rete Ripple per integrare i propri prodotti e servizi. Ma perché conviene investire con fiducia su Ripple, rispetto ad altre criptovalute?
I vantaggi di Ripple rispetto ad altre criptovalute
Iniziamo con il rammentare che Ripple sta emergendo come una delle maggiori criptovalute internazionali da diverso tempo, e che ha realizzato questa “scalata” collaborando con grandi colossi finanziari dallo scorso anno, incrementando gradualmente l’implementazione di XRP.
Per quanto attiene i benefici trasferibili con XRP, si può certamente fare riferimento alla sua convenienza. Per ogni transazione Ripple, il prezzo è 0.00001 XRP ; ciò implica che una crypto-coin XRP acquistata (ipotizziamo) a 0,50 USD, equivale a quasi 100.000 transazioni relative a XRP, con un utilizzo sostanzialmente continuativo nel lunghissimo termine.
Inoltre, ricordiamo come le transazioni con XRP siano veloci e possano essere eseguite in circa quattro secondi: una comodità non a poco, se confrontata con la quantità di tempo che viene invece impiegata nella fruizione di altre criptovalute più lente, come Bitcoin.
Ripple e le istituzioni finanziarie
Come abbiamo anticipato qualche riga fa, uno degli elementi più importanti di Ripple è legata alla sua attrattività nei confronti delle istituzioni finanziarie “tradizionali”, che hanno ben compreso la validità del suo progetto.
Una situazione che apre ancora una volta l’annoso dibattito legato al reale “valore” dei progetti criptovalutari, non certo legati al token, quanto alla tecnologia sottostante. E non è un caso che moltissimi operatori finanziari si siano dichiarati interessati all’utilizzo della tecnologia di Ripple, ma non all’XRP. Naturalmente Ripple può ben prendere posizione sull’utilizzo di XRP come mezzo di transazione e come parte del proprio progetto di trasferimento di denaro, ma l’impressione è che i margini di integrazione siano comunque piuttosto vari.
Insomma, considerando quanto sopra, e il fatto che XRP non ha ancora raggiunto il suo picco in termini di scalabilità (anche se può essere in grado di eseguire 1500TPS – transazioni per secondo), tutto lascia presagire che questa criptovaluta possa “guidare” una parte del mercato criptovalutario e diventare la migliore scelta quando si tratta di cercare un’alternativa tecnologica e innovativa per le proprie transazioni digitali.
Non ci resta che attendere ancora qualche mese: le prossime settimane saranno piuttosto intense per poter condurre Ripple verso nuovi orizzonti di sviluppo, e saranno altresì decisive per poter formalizzare le tante collaborazioni che stanno nascendo in questo settore, e che dovrebbero portare a Ripple nuova visibilità, linfa, utenza e, dunque, nuovo sostegno per le quotazioni del proprio token.