Non ci sono parole efficaci al punto da poter descrivere le sensazioni e il dolore che si prova quando un nostro amato amico, parente, figlio o compagno di vita ci lascia. Non c’è un modo razionale di poter spiegare la morte e la nostra mente non si da tregua finché il dolore lascia il posto alla rassegnazione.
Un momento delicato e difficile
Il punto è che nelle tremende ore che seguono l’arrivo della fatale notizia il tempo sembra fermarsi e non scorrere più, soffocandoci dal dolore e dall’incapacità di dormire, mangiare o capire cosa dobbiamo fare. Sono momenti durissimi in cui dobbiamo anche farci carico dell’organizzazione di un funerale e di tutto ciò che riguarda l’ultimo addio al nostro amato compianto. Per avere dritte in merito sull’organizzazione del funerale ti lasciamo alle parole di Lastello mentre qui, oggi, vedremo in che modo tornare con i tuoi tempi alla pace.
L’importanza dei propri tempi
Chiariamo subito una cosa: non ci sono tempi standard o prove di forza da superare. Ognuno reagisce a modo suo e ha il pieno diritto di soffrire come vuole. Pertanto se credi di aver ore e ore di pianto da tirare fuori o se preferisci stare a casa a dormire senza mangiare o farti una doccia ne hai il pieno diritto. Il punto è che il dolore psichico attraversa varie fasi che, grossomodo, sono quelle di cui avrai già sentito parlare molte volte: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione e accettazione.
Le fasi del lutto
Tutti attraversiamo queste fasi perché tutti condividiamo la stessa amara consapevolezza quando viviamo un lutto: la persona a cui tenevamo tanto non c’è più e non c’è alcuna consolazione che riesca a farci sentire meglio. Il funerale e i momenti in cui tutti sono presenti, tal volta anche in modo esagerato, non ci permette di comprendere noi stessi e cosa succede. Il vero percorso di elaborazione del lutto, difatti, inizia quando le persone non vengono più a trovarci e tornano alla loro vita di sempre.
Non devi dimostrare forza a nessuno, né tantomeno a te stesso
Elaborare un lutto è un viaggio che ci porta a scoprire lati di noi che non conoscevamo ed è un processo che non classifichiamo in base alla sua durata ma alla sua intensità. Pertanto per ritrovare la pace occorre svuotarsi della rabbia, della negazione e dell’amarezza che proviamo nel pensare a tale distacco per ricominciare, pian piano, a condurre una vita normale. Un giorno ti sveglierai e senza rendertene conto tornerai a ridere su una battuta buffa, ritroverai l’appetito o il gusto di preoccuparti del tuo aspetto fisico.
Quando vivrai questi momenti di gioia o di felicità capiterà di ripensare a chi hai perso e non sarà il tempo a far sì che il ricordo faccia meno male. Il dolore della perdita sarà sempre lo stesso ma sarai giunto alla fase di consapevolezza e, quindi, avrai imparato che il tempo lenisce anche le ferite più gravi pur lasciando grosse e profonde cicatrici.